Giuochi di persuasione : storia del manifesto pubblicitario

Soggetto: Industrie metalmeccaniche, Industrie automobilistiche
Committente: Olivetti; produzione: Romor Film
Abstract: Il documentario intende tracciare un panorama storico del manifesto pubblicitario. Le immagini iniziali riguardano la città  moderna, tra cantieri, automobili e fabbriche. Ricorre l’immagine di una rotativa che stampa molti manifesti, che appaiono sui muri, sulle strade, sui tetti delle città . Le immagini proposte dai manifesti sono i modelli di vita a cui tutti aspirano, sogno di vita che non si possiede ma che si vorrebbe avere. Le città  si popolano di immagini e nasce il mestiere di chi “dipinge” gli spazi urbani. Agli inizi, l’arte ufficiale guarda con distacco e sospetto questa nuova forma di comunicazione, per poi entrare in forza a farne parte. Testimonianze di questo periodo – immagini dai primi manifesti da Toulouse Lautrec in poi – indicano come la figurazione del manifesto fosse dapprima un sogno, uno specchio deformante del mondo reale con Braque, Matisse, Mirò e altri ancora. Ed è proprio la caratteristica di essere “sogno della civiltà ” che rende il manifesto una sorta di messaggio di fiducia e speranza nel futuro e nella innovazione tecnologica. Per sua natura, il manifesto deve attrarre, colpire, bloccare i passanti, in altre parole deve essere uno “scandalo visivo” (Sironi) dopo il 1945 emerge la voglia di vivere, il nuovo stupefatto slancio di vita. Compaiono i manifesti Olivetti. André Francois parla, tracciando le linee storiche di questa forma pubblicitaria e prevedendone uno svolgimento futuro in senso strettamente tecnologico. Tra gli autori citati, vi sono alcuni designers Olivetti che hanno contribuito a creare l’immagine dell’azienda nel mondo. Alcune interviste filmate indicano le caratteristiche del manifesto nei giorni nostri. Per Giovanni Tintori la forma pubblicitaria del manifesto è da considerarsi secondaria, in decadenza, in confronto a stampa, radio, cinema e televisione, interlocutori privilegiati del grande pubblico. Per Franco Gentilini, lo stretto rapporto tra manifesto e arte figurativa si ritrova preciso e preponderante nel passato e decaduto o assente nel presente. Il documentario affronta al termine il periodo pubblicitario detto della “Scuola di San Francisco”, ispirato a senso di fratellanza e ribellione nei confronti dell’eccessiva organizzazione e automazione, da sostituire con gli ideali di individualità  e pace
Note: Soggetto: Giacomo Mida e Libero Bizzarri; testo Furio Colombo; musiche Egisto Macchi; Fotografia Giulio Gianini
Bibliografia: Repertorio del Film Industriale Italiano, Confindustria, Roma, 1971 – Nuovo Repertorio del Film Industriale – Ed. SIPI 1988 – La memoria del futuro: film d’arte, film e video industriali Olivetti: 1949/1992, Adriano Bellotto, Fondazione Adriano Olivetti, 1994, Roma
Anno pubblicazione: 1968
Lingua: ita
Formato – Durata: 1 file video (digitale) (ca. 23 min)
Codice filmato: 01186
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